Glossari.

Di un glossario aperto in pieno petto ti farei dono, se potessi. Come di una spia luminosa ad abbagliare il concetto che la parola si porta dietro e dentro. Del mio essere inadatta a questo tempo privo di definizioni, di premure nel parlato violento e giovane nel gusto, forse abbandonato.

Di un glossario aperto in pieno petto ti farei dono, se potessi. Per dirti in cuor mio dove spinge la parola amore e quanto lacera il confine tra il  giusto dare e la pretesa insana dell’avere. Per cerchiare in rosso il ricordare quando torna al cuore e barrare in blu il dimenticare che si toglie leggero dalla mente. Ti farei dono del mio mare e quattro sarebbero  le parole per poterlo definire, stando ai greci, stando al gusto del sentire che mi porto addosso per averlo attraversato negli occhi di un mio figlio quando morì annegato.

Di un ponte tra le cose, tra il senso e la sua forma già compiuta o in divenire. Per aprire una finestra su quanto ancora mi tormenta il mio sederti accanto con costanza, essere assidua, lì presente ancora, felice solo quanto basta. Ti mostrerei, fino a tremare, la parte consumata delle mani ché a prendere e tenere stretto, per dispetto, mi è stato tolto tutto.

Di un glossario aperto in pieno petto ti farei dono, per rendermi leggero lo sforzo della conoscenza che mi spetta e sempre voglio, sempre manca. Carenze che supplisco con solitudini di carta, con fogli un pò sgualciti dalla domenica mattina, con te che non mi ascolti e non mi vedi, più non mi comprendi. Porte sempre chiuse che respingono il dono di maniglie per il fuori.

Di un glossario aperto, a far luce sul mio essere inadatta a questo tempo, a noi diversi e silenziosi, forse muti e spaventati.

2 comments

  1. rosarioboc (Sarino) · marzo 30, 2015

    ma che bella, assolutamente da applausi. Grazie per questo squarcio d’emozione pura. Ciao

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